Thomas Sankara, “Il coraggio di voltare le spalle alle vecchie formule, il coraggio di inventare l’avvenire.”
Burkina Faso, la Terra degli Uomini Integri.
Le parole che il rivoluzionario burkinabé Thomas Sankara scelse nel 1984 per dare inizio ad un nuovo capitolo della storia di un popolo lacerato dal clientelismo e dalle disparità economiche, decimato dalla piaga dell’AIDS ed impoverito dalla dipendenza neocoloniale. Per la sua sete di giustizia e la scelta dell’opposizione politica come strumento di lotta è passato alla storia come il “Che Guevara Africano” o “Presidente ribelle”. Una presidenza pienamente legittimata ma breve, come per tutte le figure più scomode al benessere degli alti ranghi della società.
Tra i numerosi ospiti, Maurizio Schmidt, regista teatrale, sa illustrare con chiarezza il profilo umano ed ideale di questo personaggio così caro alla storia del Burkina, nella tavola rotonda “Thomas Sankara: osare inventare il futuro” che ha portato UmbriaMiCo Festival del Mondo in Comune (promosso da Tamat e co-finanziato da AICS) e Farneto Teatro al Teatro Franco Parenti di Milano, lunedì 14 maggio.
Ad affiancarlo in questo momento di riflessione e commemorazione di un uomo simbolo del Novecento sono stati docenti dell’Università Statale di Milano, giornalisti e scrittori del settore come Raffaele Masto, Marco Bello ed Enrico Casale, e chi, come il Direttore di Tamat Piero Sunzini, da anni è impegnato in Africa Occidentale con progetti di cooperazione.
Il titolo dell’incontro ha preso in prestito le parole di Tomà – “Oser inventer l’avenir”, di fatto un incoraggiamento a non piegarsi alla forza di Paesi economicamente più progrediti – e ad oggi non meno sfruttatori del secolo scorso – ma ad inseguire con energia le tracce di un sogno che non sarà mai perduto.
Ritroviamo Schmidt dietro le quinte della pièce teatrale “Verso Sankara: alla scoperta della mia Africa” che si lega indissolubilmente all’appuntamento milanese, questa volta attraverso i racconti del diario esistenziale di un métis italo-burkinabé di ritorno in Africa. Lo spettacolo, con la presenza di Alberto Malanchino e le musiche di Moussa Kora Sanou, domenica 3 giugno al Teatro Oasi di Sant’Antonio di Perugia e lunedì 4 giugno all’Auditorium di San Domenico di Foligno.
«Non è possibile effettuare un cambiamento fondamentale senza una certa dose di follia. In questo caso si tratta di non conformità: il coraggio di voltare le spalle alle vecchie formule, il coraggio di inventare il futuro. Ci sono voluti i pazzi di ieri per permetterci di agire con estrema chiarezza oggi. Voglio essere uno di quei pazzi. Dobbiamo avere il coraggio di inventare il futuro.»
Che Sankara c’insegni ad essere tutti un po’ più folli allora!
scritto da Arianna Fulmini
Studente di LT-Comunicazione Internazionale
Università per Stranieri di Perugia
Stagista a Tamat